Il regista dissidente Rasoulof è fuggito dall’Iran: “Ho scelto l’esilio con la morte nel cuore, brutale la macchina della repressione”

Vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino nel 2020, era stato condannato a 8 anni e alla fustigazionesecondo il suo avvocato sarebbe atteso domani a Cannes per la presentazione in anteprima del suo nuovo film: "Milioni di iraniani costretti a lasciare l'Iran a causa dell'oppressione e della barbarie" della Repubblica Islamica
"Sono arrivato in Europa pochi giorni fa dopo un viaggio lungo e complicato". Inizia così la nota diffusa dal regista dissidente iraniano, Mohammad Rasoulof, al quale nei giorni scorsi è stata confermata una condanna a otto anni di carcere, oltre a una multa, alla confisca delle sue proprietà e alla fustigazione, per propaganda contro lo Stato. Il vincitore nel 2020 dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino con Il male non esiste non ha rivelato dove si trovi ma secondo il suo avvocato è atteso domani a Cannes dov'è prevista la presentazione in anteprima mondiale del suo ultimo film The Seed of the Sacred Fig Tree, in concorso al Festival di Cannes.
"Confermo che Mohammad Rasoulof ha lasciato l'Iran e parteciperà al festival di Cannes", ha detto all'Afd il suo avvocato Babak Paknia. "Circa un mese fa, i miei avvocati mi hanno informato che la condanna a otto anni di reclusione era stata confermata in appello e sarebbe stata eseguita con breve preavviso", ha dichiarato Rasoulof, spiegando di non aver avuto "molto tempo" per prendere una decisione. "Ho dovuto scegliere tra la prigione e lasciare l'Iran. Con la morte nel cuore ho scelto l'esilio. La Repubblica Islamica mi ha confiscato il passaporto nel settembre 2017. Pertanto ho dovuto lasciare l'Iran in segreto", ha rivelato il regista che è una delle voci più critiche del panorama cinematografico iraniano nei confronti del governo di Teheran.
Definendo la sentenza "ingiusta", Rasoulof ha ricordato che "proprio ora mentre scrivo, il giovane rapper Toomaj Salehi è detenuto in prigione ed è stato condannato a morte. La portata e l'intensità della repressione hanno raggiunto un punto di brutalità tale che le persone si aspettano ogni giorno notizie di un altro atroce crimine del governo. La macchina criminale della Repubblica Islamica viola continuamente e sistematicamente i diritti umani". Il regista ha quindi denunciato che molti degli attori che appaiono nel suo ultimo film sono sottoposti in Iran a lunghi interrogatori da parte dei servizi segreti che hanno chiesto loro di fare pressioni affinché ritirasse il film da Cannes. Ad alcuni di loro è stato vietato di lasciare il Paese.
Rasoulof ha poi affidato al suo profilo Instagram un duro atto d'accusa contro la repressione della Repubblica Islamica. "Se l'Iran geografico soffre sotto gli stivali della tua tirannia religiosa, l'Iran culturale è vivo nella mente di milioni di iraniani costretti a lasciare l'Iran a causa della tua oppressione e della tua barbarie, e nessun potere può imporre loro la sua volontà. Da oggi sono cittadino dell'Iran culturale, una terra senza confini che milioni di iraniani hanno costruito con la Storia e una cultura antica in ogni angolo del mondo. E aspettano impazientemente di seppellire te e la tua macchina dell'oppressione nel profondo della Storia".
Rasoulof fu arrestato nel luglio 2022, accusato di aver incoraggiato le manifestazioni scoppiate dopo il crollo di un edificio che ha ucciso più di 40 persone a maggio nel sud-ovest dell'Iran. Dopo questa tragedia, un gruppo di cineasti iraniani da lui guidati pubblicò una lettera aperta invitando le forze di sicurezza a "deporre le armi" di fronte all'indignazione nazionale contro la "corruzione" e l'"incompetenza" dei responsabili. È stato poi rilasciato temporaneamente per motivi di salute nel gennaio 2023 e gli è stato vietato di lasciare il territorio. Rasoulof ha vinto il premio Un certain Regard a Cannes nel 2017 per "A Man of Integrity", la storia di un uomo dalla vita semplice che cerca di lottare contro le manovre disoneste di un'azienda privata che spinge gli abitanti del villaggio a vendere i loro beni. Ha poi ricevuto l'Orso d'Oro al festival di Berlino nel 2020 per "Il male non esiste", una riflessione sul libero arbitrio e sul dovere di disobbedire. Invitato a Cannes nel 2023 come membro della giuria non ha potuto effettuare il viaggio a causa del divieto di espatrio impostogli dalle autorità iraniane.